Oggi vorrei parlarvi di questo preparato, di per sè molto semplice e alla portata di tutti,ma molto valido e versatile ad un costo basso. Si tratta di un macerato di piante in un solvente che in questo caso è olio, nel quale verranno generosamente rilasciate alcune delle proprietà delle piante utilizzate.
Ciò che ci occorre è il vegetale e l’olio. La scelta del vegetale è importante e va effettuata in base alle necessità, alla disponibilità e alla liposolubilità del suo principio attivo.



Mi spiego meglio, innanzitutto occorre sapere cosa ci può servire, ad esempio un oleolito di calendula o lavanda è molto versatile e ci saranno molte occasioni di utilizzo, poi dovremo sapere se il vegetale da noi scelto è facilmente reperibile, meglio attenersi a ciò che facilmente cresce spontaneo attorno a noi, avendo cura che sia il più lontano possibile da fonti inquinanti; se raccolgo la lavanda nell’aiuola della rotatoria di una strada in centro farà più male che bene. Se decido di fare un preparato con l’arnica devo sapere che è una pianta protetta e non posso raccoglierla durante una passeggiata in montagna, ma solo da coltivazioni apposite o acquistando in erboristeria i fiori secchi.
Io amo usare piante che crescono felici e rigogliose in modo naturale, per questo raccomando di non comportarvi da umani, ma come animali, cioè raccogliendo solo ciò che vi serve e lasciando il resto senza depredare e devastare e solamente se conoscete bene la pianta, è un peccato raccogliere avidamente una carriola di vegetale per poi arrivare a casa e rendersi conto che non era quella giusta.
L’ultima premessa è che la pianta o la parte che vogliamo utilizzare abbia dei principi attivi liposolubili, ovvero che si sciolgano in olio. Non è così scontato. Controlliamo prima.
Si possono usare piante fresche o secche. Io preferisco quelle fresche perché mi sembrano più ricche e vitali. Dopo averle raccolte le lascio un asciugare qualche ora o un giorno, in modo che perdano un po’ di acqua e poi procedo mettendole in un vasetto che le contenga bene, successivamente ricopro di olio di buona qualità che può essere un extravergine di oliva oppure girasole spremuto a freddo o ancora meglio, ma il costo è elevato olio di jojoba che essendo tecnicamente una cera liquida non irrancidisce mai. Anche l’olio di sesamo è molto indicato. In ogni caso non utilizzate mai oli ottenuti con uso di solventi o di bassa qualità, piuttosto fatene solo una piccola quantità. Se le nostre piante sono molto fresche e contengono molta acqua si possono inumidire con una piccola quantità di alcol etilico (quello da liquori a 96 gradi) prima di mettere l’olio, questa tecnica si rivela particolarmente efficace ad esempio con la radice di carota che emette molta acqua e rischia di far marcire e fermentare tutto.
Se si usano erbe secche il rapporto di peso tra pianta e olio è di 1:10.
Il rapporto tra pianta fresca e olio è di 1:2, ma io utilizzo il metodo empirico; metto la pianta e ricopro di olio. Questo mi garantisce che il vegetale resterà immerso, perché nel caso la pianta resti scoperta possono facilmente crearsi muffe.
Ora il nostro oleolito ha necessità di tempo e calore. A questo punto anche gli esperti si dividono, alcuni dicono che devono stare al sole, altri che devono stare al buio, altri ancora dicono alcuni giorni al sole e altri al buio. Personalmente scelgo quasi sempre il sole, almeno per due settimane, poi li metto anche all’ombra. In tutto devono stare minimo 40 giorni. Ci sono anche altri metodi per accelerare che prevedono un metodo a caldo, cioè mantenere il nostro preparato ad una temperatura di 60 gradi circa magari a bagnomaria per alcune ore che vanno da 3 a 6, questo può tornare utile soprattutto per parti coriacee come le radici o come le spezie, per tutto il resto raccomando il metodo tradizionale. Addirittura Maria Treben propone una pomata di calendula friggendo letteralmente fiori e gambi nello strutto di maiale, metodo questo che io non condivido.
Una volta passato il tempo dovuto, il nostro prodotto va filtrato e torchiato eliminando la parte solida, facendo attenzione a lasciare nella bottiglia l’eventuale acqua di vegetazione che può trovarsi sul fondo. Se non abbiamo un torchio, o per piccole quantità, utilizziamo un canovaccio o un pezzo di tela pulito ma senza traccia di ammorbidenti e detersivi (possiamo ottenere questo immergendolo in una pentola di acqua che porteremo ad ebollizione per pochi minuti, spegniamo e lasciamo un po’ immerso muovendolo con un cucchiaio per poi sciacquare, strizzare e asciugare). Quando la maggior parte dell’olio è passata prendiamo lo strofinaccio dai lati e stringiamo, uniamo gli angoli e arrotoliamo strizzando via via. Quando sarà ben asciutto possiamo buttare il nostro vegetale. L’olio lo lasciamo un paio di giorni a depositare eventuali residui poi lo travasiamo in una bottiglietta preferibilmente scura. Vi invito a riciclare bottiglie dell’olio, bottigliette di succhi di frutta (quelle blu o verdi). Etichettiamo con contenuto e data.
Ed ora esaminiamo alcuni degli oleoliti più semplici da realizzare per reperibilità del vegetale.



Aloe.
Aloe Vera. Pianta dalle mille proprietà e virtù, possiamo ricavarne anche un oleolito potendo disporre di una foglia tagliata da quelle basali. Se avete appena acquistato la pianta evitate di prepararlo subito, lasciatela crescere e liberarsi di eventuali trattamenti subiti in serra. Una volta tagliata la foglia affettatela a fette sottili, sembreranno di vetro e come sempre mettiamola in un vasetto con olio. La sua azione è cicatrizzante, rigenerante, lenitiva, antinfiammatoria. E’ utile contro scottature ed eritemi solari, per rimarginare le ferite e cicatrizzare più velocemente, può essere usato da solo come olio dopobagno (o miscelato ad altri oli) per nutrire e idratare la pelle.



Calendula
Calendula officinalis. I magnifici capolini dorati sono una gioia per gli occhi e per il cuore, li vado a raccogliere in un incolto in collina (vedi articolo), anche solo raccoglierli e toccarli è già una medicina. Raccogliamoli in tarda mattina quando sono asciutti dalla rugiada, possibilmente in una giornata di sole. In mancanza di sole e nel medio -tardo pomeriggio i fiori si chiudono. Lasciamo asciugare un poco coperti da un panno e procediamo come indicato. E’ un meraviglioso toccasana per la pelle con effetto cicatrizzante, antisettico, antimicotico, per nutrire e fortificare la pelle, è molto lenitiva dopo un’esposizione al sole, o per il cambio pannolino dei bimbi, utile su vene varicose e su tutte quelle ferite non sanguinanti, mi raccomando, che devono rimarginarsi e rigenerare la cute sana. Anche solo come unguento per le mani screpolate e stressate. Per la pelle sottoposta a sole o vento freddo o alla depilazione, ha effetto antiossidante ed elasticizzante. Insomma in tutti i casi in cui occorra lenire e rafforzare l’epidermide.

Camomilla
Matricaria Chamomilla. Oramai è diventato difficile trovarla, una volta ricordo che c’erano grandi distese di capolini bianchi col loro bottoncino oro che raccoglievamo per poi essiccarla e utilizzarla in inverno per le tisane. Se la trovate fresca meglio, utilizziamo lo stesso sistema della calendula, altrimenti raccomando l’acquisto in erboristeria dei fiori secchi da tisana, meglio non usare le bustine. La sua azione sulla pelle (e attraverso essa) è calmante, antidolorifica e antinfiammatoria e lenitiva, da usare su pelle arrossata, acne, post depilazione, pelle dei bimbi, eczemi, psoriasi e pruriti.
Carota
Daucus carota. Anche dalla carota, quella che usiamo in cucina, si può fare un buonissimo oleolito. Per prima cosa acquistiamo carote biologiche di buona qualità, le laviamo e le grattugiamo a julienne, in modo che siano pezzi più piccoli possibile. La strizziamo leggermente e poi la pesiamo. Calcoliamo il 10% di alcol buongusto e con questo bagniamo il vegetale in modo da prevenire la fermentazione e le muffe, copriamo con olio e maceriamo al sole per 15 giorni in tutto. Si filtra avendo cura di eliminare l’acqua che si sarà formata. E’ un oleolito ricco di vitamine E, provitamina A (Beta carotene) e F, tutte liposolubili, diventa così un ottimo olio eudermico per pelli mature e secche. Ottimo trattamento per favorire l’abbronzatura e conservarla, aiuta a mantenere la funzione di scudo della pelle. Non prepararne grosse quantità perché va soggetto ad irrancidimento.


Iperico
Hypericum perforatum. La bellissima e magica erba di San Giovanni! Tradizione vuole che la si raccolga il giorno di San Giovanni (24 giugno), si trova piuttosto facilmente. Mi raccomando usate la varietà spontanea e non quella a fiori grandi e decorativi da giardino. La sua peculiarità è quella di dare un olio rosso, pur avendo un bel fiore giallo oro grazie all’ipericina contenuta che è un potente antinfiammatorio. Possiamo metterlo in olio appena raccolto, senza asciugarlo, perché non contiene grandi quantità di acqua. Ha proprietà cicatrizzanti, antidolorifiche, antisettiche, lenitive, emollienti, rivitalizzanti. Ottimo per le scottature, ustioni e bruciature, eritemi solari, per cicatrizzare le ferite, e per le piaghe anche da decubito, smagliature e segni di acne, stimola il rinnovamento cellulare, per questo si può considerare anche antiage. Bisogna avere però l’accortezza di non utilizzarlo prima di esporsi al sole per le sue proprietà fotosensibilizzanti.

Lavanda
Lavandula (specie).La regina delle bordure e simbolo della Provenza dal profumo evocativo ha anche elevate proprietà. Anche questa è abbastanza asciutta da poterla mettere quasi subito in olio. La sua azione è calmante, decongestionante, rilassante, decontratturante e antinfiammatoria, purificante, antisettica e antimicotica. Lo possiamo utilizzare su punture di insetti, per massaggi rilassanti, decontratturanti anche doposport e linfodrenanti, su pelli grasse o impure, per dermatiti, eczemi e prurito. Conserva un magnifico profumo che sa di sole e di buono.
Margherita
Bellis perennis. Le timide margheritine racchiudono un tesoro per la pelle. Utilizzando anche qui il metodo di farle asciugare un poco prima della macerazione otterremo un olio ottimo per l’elasticità della pelle, tonificante in particolare per quella del seno e decolleté. Azione tonica, purificante e lenitiva adatto a pelli delicate.
Rosmarino
Rosmarinus officinalis. Il nostro bel rosmarino che mettiamo nelle patate arrosto ha anche delle ottime proprietà in oleolito. Se riuscite raccogliete i rametti fioriti senza rubarne troppi alle api e spezzettateli o tritateli prima di metterli in olio al sole. E’ un olio tonificante per la circolazione quindi per tutto il corpo ma in particolare è utile nei piedi freddi d’inverno dopo un buon pediluvio e anche sul cuoio capelluto per stimolare la crescita e arrestare la caduta dei capelli che contribuisce a lucidare e nutrire, ma non eccedete, altrimenti sarà un problema rimuoverlo. Stimola il microcircolo, quindi può essere un buon componente o base per un olio anticellulite. Un massaggio su una muscolatura contratta o indolenzita porterà notevoli giovamenti. E’ anche purificante.
Se volete approfondire un po’ vi consiglio gli ottimi libri di Remedia “Petali e Rugiada” e “Manuale di fiori ed erbe” entrambi scritti da Lucilla Satanassi e Hubert Bosch




