
Oramai è noto a tutti che la maggior parte del grano che utilizziamo è spesso fonte di intolleranze perché manipolato, con troppo glutine o troppo raffinato. L’alternativa è passare ad una alimentazione priva di grano oppure tentare con varietà antiche o ad altri cereali.
Ho trovato sugli scaffali del super un cereale di nome tritordeum, sulla busta dichiara di essere un ibrido tra grano duro e una varietà di orzo selvatico.
Lo presentano cime un cereale con ottime qualità organolettiche e soprattutto tante proprietà : antiossidante per gli occhi, digeribile, poco glutine, più fibra, meno amido… insomma sulla carta ha tantissimi vantaggi e pochi svantaggi. Il primo è che il monopolio dei semi lo detiene una società, (ma a questo siamo abituati col Kamut, pure marchio registrato, per il quale sono state inventate anche origini faraoniche), un altro può essere che comunque è un ibrido, non si sa se prodotto o spontaneo.
Solo il tempo ci dirà se ci sono scheletri nell’armadio.
Intanto lo ho provato e devo dire che è stata una piacevolissima sorpresa.
Ho fatto il pane con la macchina del pane ed è venuto davvero molto buono. Il colore è giallo e il sapore è dolce, delicato ed intenso nello stesso tempo. Direi, se non sapessi che è qualcosa di moderno, che ha un sapore “antico”.
Presto voglio sperimentare pasta e dolci.
Ecco il pane preparato
Lievitino:
- 5 gr di lievito di birra
- 3 cucchiai di farina di farro
- acqua per impastare
- mezzo cucchiaino di zucchero
Dopo che ha raddoppiato il volume ho messo nella macchina del pane
- 250 gr di Tritordeum,
- 40 gr di farina manitoba (avevo paura, ma dalla prossima volta lo userò in purezza)
- un cucchiaino di sale,
- lievitino
- acqua (poco calcarea e a temperatura ambiente) necessaria per ottenere un impasto morbido ma non molle.
Ho spento la macchina e l’ho lasciato lievitare a temperatura ambiente. L’ho lasciato tutta la notte ma sarebbe bastato meno perché aveva già raggiunto il massimo della lievitazione si era anche un poco ritirato. Ho cucinato ed ho ottenuto una pagnotta profumata.
All’assaggio sono rimasta davvero stupita della bontà. È vero che non ne ho abusato, ma l’ho trovato effettivamente molto più digeribile della farina bio.