Amo molto le erbe spontanee in cucina perché aggiungono sapori nuovi. Inoltre sono piene di energia perché crescono esattamente dove stanno bene e di conseguenza difficilmente vengono attaccate da malattie. Ne conosco alcune e spero di scoprirne ancora molte. Queste son le prime.
Ortica
Urtica Dioica

Comincio con lei perché è piuttosto diffusa e facile da riconoscere, si trova quasi tutto l’anno. Ha numerose proprietà medicinali che ne fanno un’erba preziosa. È ricchissima di clorofilla e acido folico, silicio, minerali. Ha anche ottime qualità organolettiche che si sfruttano bene in cucina e infine se ne fanno anche concimi e antiparassitari per l’orto. Mi piace andarla a cercare, a volte si nasconde perché vituperata per lungo tempo e scacciata da orti e campi, quando la trovo di solito ce ne sono a gruppetti. Ama i luoghi freschi e a mezz’ombra, le scarpate e i pendii. Di solito metto i guanti un po’ grossi perché punge, ma c’è chi la sa raccogliere anche senza, basta prenderla da sotto e non andare diretti contro le foglie. Raccolgo solo le cime tenere e le metto in buste di cotone o plastica per portarla a casa . Ha un odore forte e pungente, fresco e nello stesso tempo aromatico. La lesso brevemente in poca acqua spegnendo i suoi ardori e riducendola a più miti consigli, poi la spremo un po’ e la uso in ripieni per pasta e crespelle, torte salate (insieme ad altre erbe più neutre), calzoni di verdure, risotti, paste. L’acqua di cottura si può usare per fertilizzare le piante di appartamento, o ancor meglio per fare un bel risciacquo ai capelli che rinforza e rende lucidi.
Insieme alla radice può essere messa a macerare in alcool per 30/40 gg e il ricavato può essere usato per frizionare il cuoio capelluto.
Nell’orto si fa un macerato lasciandola in acqua per una decina di giorni, che puzza in maniera indegna ma che è utilissimo spruzzato sulle crucifere per tenere a bada le larve di cavolaia ad esempio. O somministrato alle radici come fertilizzante ricco di minerali e ferro.
Crespigno
Sonchus asper – Sonchus oleraceus


Ricordo che lo raccoglievo – “spren” in dialetto – con la zia tra i filari delle vigne insieme alla valerianella. Se raccolta molto giovane si può anche utilizzare cruda in insalata; una volta condita perde la volontà di pungere e aggiunge croccantezza ad una bella insalata, ma normalmente si cucina lessata per farne ripieni o anche solo per essere ripassata in padella con olio e l’odore dell’aglio, un po di sale. Una bella spolverata di parmigiano da lasciare sciogliere ed è perfetta come contorno o anche da sola o come ripieno per una piadina. A voler poi esagerare si può mettere qualche oliva nera e qualche pomodoro essiccato tagliato a listarelle, in questo caso meglio niente parmigiano.
Ne esiste anche un’altra varietà, non “spinosa” ottima anche questa
Ha un sapore abbastanza neutro e fresco che si adatta ad esaltare gli altri ingredienti e con la sua dolcezza mitiga l’amaro di erbe come la cicoria o il tarassaco.
Lo vedo bene in un bel ripieno di ravioli o tortelli con ricotta e parmigiano o altri formaggi oppure in versione vegana con una purea di ceci, fave o fagioli.
I suoi fiori gialli e simili a quelli del tarassaco (che però sono riuniti in gruppetti su uno stelo, mentre quelli del tarassaco crescono dalla rosetta basale su uno stelo singolo) sono commestibili e aggiungono sapore e colore alle insalate e ai risotti.
Ha una bella radice a fittone che veniva usata essiccata nei succedanei del caffè
Tarassaco
Taraxacum officinale

Erba sovrana nelle depurazioni dei cambi stagione, specialmente primaverili, quando usciti dall’inverno con energie pesanti e “rivolte a terra”, alle radici abbiamo bisogno di una sferzata e di una ripulita che ci alleggerisca e ci faccia entrare nell’energia della primavera che rimette in circolo quello che ristagnava e che va quindi depurato e filtrato.
È una graziosa pianta molto resistente che cresce ovunque, perché ovunque c’è bisogno di lei. Ha una rosetta basale di foglie verdi, tenere e profumate che incorniciano i boccioli che presto si allungano negli steli e fioriscono di un bel giallo, colore legato al fegato del quale il tarassaco è un ottimo spazzino, e che si trasformeranno in poetici globi di pappi portasemi emblemi della leggerezza, pronti a volare ad un alito di vento o all’alito di chi non resiste a soffiarli.
Pianta diuretica conosciuta anche come “piscialetto” ad indicare la sua azione sui reni.
Sono molto buoni in insalata crudi, da giovani sono poco amari, magari mescolati ad altre erbe più dolci o perché no, alla frutta, che aggiunge una nota fresca e dolce, o ai semi oleosi, ma sono ottimi anche cotti, appena scottati e spadellati magari con uvetta e pinoli o semplicemente con olio e un poco di aceto, anche balsamico.
Oppure conditi con olio e serviti su una salsa ottenuta frullando dei ceci che con la loro dolcezza ammansiscono le note acute del tarassaco.
Anche i fiori sono commestibili e quando sono solo boccioli chiusi alla base delle rosette di foglie si possono utilizzare per fare dei “falsi capperi” sotto sale.
Anche la sua radice si utilizzava nel succedaneo del caffè insieme alla cicoria e al crespigno.
Borragine
Borrago officinalis

A casa mia la piantò mia madre per poter fare i calzoni di verdure e da allora si è comportata come infestante, ne deduco che ha trovato le condizioni adatte a lei e ne sono felice, perché la adoro. E’ una pianta vigorosa tutta ricoperta di peli ispidi e pungenti della quale si utilizzano le foglie e i fiori. Le foglie, una volta cotte si rivelano deliziose, con un profumo fresco che sa lievemente di cetriolo. Non bisogna però cuocerle troppo. E’ componente fondamentale dei Calzoni di mamma Giovanna ma è ottima anche come ripieno per ravioli e pasta magari unite con formaggio come ricotta o robiola, c’è chi ci fa delle frittelle che però personalmente non ho mai sperimentato, si passano le foglie nella pastella e poi si friggono.
Si può lessare e ben strizzata unire alla farina e impastata per fare una sfoglia verde per lasagne o tagliatelle o anche un buon risotto.
Io ci faccio anche un gustoso tortino vegano di erbe.
È una pianta deliziosa e preziosa per le proprietà che possiede e cresce senza paura in inverno, anche con la neve e il gelo, mentre gli ortaggi si arrendono al freddo e scarseggiano. Quindi il suo spirito ci può aiutare a superare meglio l’inverno, è l’erba del coraggio e della gioia. È molto rinfrescante anche per l’intestino perchè contiene mucillagini oltre a sali minerali e acidi grassi importanti.
I fiori che compaiono d’estate, sono azzurro blu a forma di stella e costituiscono una festa per le api, quando ci si avvicina alla pianta fiorita è facile essere avvolti da un forte ronzio. Sono commestibili e bellissimi nelle insalate, si possono anche usare in tisana nella quantità di un cucchiaino per tazza in infusione 2 o 3 minuti, l’acqua diventa azzurra ed ha proprietà depurative.
Amo molto questa erba e la lascio crescere felice dove vuole.
Farinello
Chenopodium album
Pianta deliziosa e poco sfruttata, cresce ovunque a volte in modo molto invasivo specialmente in terreni ricchi di azoto. Le foglie sono verdi e argentate, ricoperte nella pagina inferiore da una patina polverosa che al tatto pare farina.
Si raccoglie da giovane quando è tenero e le foglie sono dolci e buone scottate e poi utilizzate come gli spinaci o fatte appassire direttamente in padella e poi insaporite. O anche come ripieno di torte, sformati e frittate.