Racconti

Il Lupo

L’inverno incalzava, il freddo si faceva intenso. Il bosco era imbiancato dalla neve, non si vedeva più il sentiero e gli alberi ne erano ricoperti. Il branco dei lupi vagava alla ricerca di cibo e calore, di un riparo dal vento freddo mentre il sole calava nuovamente all’orizzonte annunciando un’altra gelida notte.

Un lupo solitario guardò il branco passare da sopra un’altura. Presto le sue e le loro tracce sarebbero state cancellate dalla neve che continuava a cadere. Si girò e riprese a muoversi silenzioso, la sua strada lo portò vicino ad una capanna, un po’ nascosta dietro un gruppo di alberi. Non c’era segno di vita evidente tranne un filo di fumo che usciva dal camino spandendo attorno il suo profumo acre, ma confortevole. Si avvicinò furtivamente e fece qualche giro attorno, cercando di captare qualche suono o odore. Annusò meglio da una fessura tra le assi di legno che costituivano la parete, aveva sentito odore umano e di cibo, le sue viscere risposero subito allo stimolo e il corpo si tese, soffocò l’ululato che stava salendo trasformandolo in una sorta di guaito.

Da dentro la capanna, la figlia degli uomini lo sentì e alzò la testa dal suo lavoro. Non aveva un’espressione preoccupata, anzi un leggero sorriso le inarcò le labbra. Si alzò e presa una generosa ciotola di stufato, aprì la porta. Il lupo non si mosse, la osservò mostrando i denti, le zampe tese, combattuto tra pulsioni contrastanti. Lei lo guardò dritto negli occhi, vi lesse diffidenza, fame, fierezza e solitudine, ma non vi lesse pericolo. Si chinò per lasciare la ciotola fumante a terra fuori dalla porta e prima di rientrare fece un cenno al lupo. Lui annusò e cercò di decifrare ma il cibo era un richiamo troppo forte e si gettò avidamente sullo stufato ripulendo la ciotola, poi si accucciò vicino alla porta con la schiena appoggiata al calore della parete.

Quando ormai il buio era fitto e la luce solo un ricordo, la porta si riaprì, una mano ritirò la ciotola vuota e lasciò la porta socchiusa, come un invito. Il lupo rimase a fissare la porta, poi si alzò e si affacciò nella capanna guardando l’ambiente rischiarato solo dalla luce del camino, restò fermo, un poco titubante, finchè il piacevole tepore all’interno lo convinse ad entrare. La donna, seduta in un angolo, lo guardava e lui si avvicinò con circospezione. Lei allungò una mano e lui l’annusò, brevemente si agitò una lotta dentro di lui, ma subito si rilassò e ricambiò lo sguardo mentre la mano di lei si posava sul suo collo. Il lupo si stese ai suoi piedi.

Il fuoco ricavava dai pochi mobili lunghe ombre che poi faceva danzare come un burattinaio sulle pareti e sul pavimento, sembrava che tutto si muovesse. Ci fu un crepitio della legna e lunghe lingue di fuoco si alzarono voraci e superbe. In questa impressione di movimento e nel buio era fatica accorgersi che le zampe del lupo si stavano ingrossando e allungando, il corpo si accorciava e si modificava, facendogli assumere sembianze umane. La donna lo osservava senza stupore, anzi si alzò con calma per gettare legna sul fuoco. Quando si girò, davanti a lei c’era un uomo.

“sei tornato” – una semplice constatazione – “ti stavo aspettando da giorni. Hai ancora fame?” l’uomo per tutta risposta si avvicinò a lei e la strinse, negli occhi una febbre nuova. Fissandolo negli occhi lei si liberò dei vestiti e rabbrividendo si strinse a lui che emise un ringhio e si gettò sul suo collo, mordendolo e leccandolo, la sollevò e la stese sul giaciglio dove iniziarono una danza dei corpi nutrendosi l’uno dell’altra, colmando vuoti e saziando parti affamate che chiedevano con urgenza soddisfazione. Le carezze finivano in graffi e i baci in morsi come a voler strappare via la carne per farne parte di sé. Quando furono sazi restarono a lungo a guardarsi negli occhi. Poi la danza riprese fino a che, sfiniti, si addormentarono ognuno nel respiro dell’altro.

Poco prima dell’alba l’uomo la baciò con dolcezza infinita, poi si alzò e finì lo stufato. Lei continuava a fissarlo senza parlare. Neppure lui emise un suono. Alle prime luci dell’alba cadde a quattro zampe e il suo corpo riprese le sembianze del lupo. Uscì dalla porta accostata e si allontanò nella neve alta, mentre la figlia degli uomini fissava il sole nascente brillare tra le spoglie fronde degli alberi e quello che ormai era solo un puntino lontano e mormorò “ci rivedremo”.